sábado, 19 de março de 2011

Insegnare Latino: un primo orientamento sulle diverse metodologie


a cura di Andrea Barabino

Il presente contributo nasce dall’intento di fornire una breve rassegna bibliografica, selettiva e ragionata, di opere e manuali che, sia sul versante degli studi scientifici, sia nel campo della didattica, possono fornire indicazioni, riflessioni o anche semplicemente spunti importanti per gli insegnanti che intendono innovare l’insegnamento del Latino e aggiornarlo alle esigenze attuali.

È difficile delineare con precisione gli ambiti dei diversi orientamenti metodologici nell’ambito dell’attuale didattica, che – all’infuori del cosiddetto “metodo naturale”, che tratta il Latino come lingua viva – oscillano tra i due seguenti estremi: un principio secondo cui si va dalla regola al testo (grammatica normativa) e un altro che prevede un’interazione tra testo e regola, secondo un rapporto per cui la regola nasce dalla descrizione di un fenomeno cui si assiste all’interno del testo stesso (grammatica descrittiva). In questa prospettiva nascono, in ambito scolastico, manuali che sempre più smussano i lati di un aspro e rigido atteggiamento normativo, lasciando più spazio ai testi, non più e non solo palestra di traduzione o, peggio, “cavia” per sperimentare le norme mandate a memoria, ma mezzo per meditare sugli aspetti imprescindibili e fondanti o, quanto meno, importanti della cultura classica. La lingua, dunque, come specchio di una civiltà, non solo come ossessiva ricerca e conferma di norme grammaticali.

Il tentativo di innovare il metodo di studio del Latino, nato sul solco del forte impulso ricevuto dagli studi linguistici nel secolo scorso a partire dal Corso di linguistica generale di de Saussure (1916), affonda le proprie radici – ormai possiamo dire – in tempi relativamente lontani. Le prime sperimentazioni, infatti, della cosiddetta “grammatica della dipendenza” di Tesnière (verbi valenti o avalenti, con attanti e circostanti) risalgono agli anni ’50-’60 e saranno poi sviluppate dalle riflessioni di Happ (‘76-‘79), che, sempre in stretta dipendenza dal verbo, individua complementi obbligatori (max. 7) e complementi facoltativi, detti impletivi, scelti su asse paradigmatico e allineati su asse sintagmatico. Un altro contributo fondamentale, che proviene direttamente dall’ambito degli studi di linguistica generale, si deve a Martinet (1987), che ha proposto, con il suo funzionalismo, una lettura dei fenomeni linguistici basata su una “doppia articolazione”: da un lato, le unità distintive, i “fonemi”; dall’altro le unità significative, cioè latrici di significato, i “monemi”, che si dividono in “lessemi” (nell’ambito lessicale) e “morfemi” (nell’ambito grammaticale). I monemi si articolano funzionalmente in “sintagmi”, creando le “espansioni”, ovvero costruendo la frase secondo il seguente schema:

verbo + supporto del verbo (soggetto) + espansioni

A partire dalla metà degli anni Sessanta, altre prospettive sono state aperte, sempre dall’ambito della linguistica generale, dalle riflessioni sulla grammatica generativo-trasformazionale di Chomsky e della sua scuola. Un cenno merita anche il tentativo di accostarsi al Latino come a una lingua viva, secondo il cosiddetto “metodo naturale”, promosso e sviluppato specialmente nell’ambito del mondo nordeuropeo, ma oggi presente, sia pur in misura ancora molto limitata, anche nella scuola italiana. L’allievo affronta lo studio della lingua attraverso un percorso di apprendimento simile a quello delle lingue moderne, secondo unità didattiche di difficoltà progressiva, che facilitano l’apprendimento, diminuendo così il rischio di scoraggiamento e demotivazione nei primi passi dello studio. Il manuale scolastico di riferimento, edito nel 1985, è del danese Hans H. Ørberg (Lingua Latina per se illustrata).

Per approfondire le posizioni metodologico-didattiche sopra esposte in modo sintetico, si propone qui una breve rassegna che, ben lungi dal nutrire pretese esaustive, ha il solo scopo di fornire un primo quadro di orientamento.

Breve rassegna bibliografica

• L. Tesnière, Eléments de syntaxe structurale, Klincksieck, Paris, 198210; H. Happ, Grundfragen einer Dipendenz-Grammatik des Lateinischen, Vandenhoeck & Ruprecht, Göttingen, 1976; Möglichkeiten einer Dependenz-Grammatik des Lateinischen, in «Gymnasium» 83, 1976, pp. 35-58 ora trad. it. in G. Proverbio (a cura di), La sfida linguistica, Rosenberg & Sellier, Torino, 1979, pp. 186-214; Möglichkeiten und Grenzen bei der unterrichtlichen Anwendung einer Dependenz-Grammatik des Lateinischen, in «Gymnasium» 8, 1977, pp. 35-87; Syntaxe latine et théorie de la valence. Essai d'adaptation au latin des théories de Lucien Tesnière, in «Les Études Classiques» 45, 1977, pp. 337-366 e in «Languages» 50, 1978, pp. 51-70.

Per la grammatica della dipendenza di Tesnière e Happ, cfr. G. Proverbio, Prospettive per l'insegnamento delle lingue classiche, in «Orientamenti pedagogici» 25 (3), 1976, pp. 461-475; Modelli linguistici e insegnamento del latino, in «Orientamenti pedagogici», 25 (3), 1978, pp. 445-459; Lingue classiche alla prova. Note storiche e teoriche per una didattica, Pitagora, Bologna, 1981; Lezioni di glottodidattica, Giappichelli, Torino, 1984; F. Sabatini, Lingua e linguaggi. Educazione linguistica e italiano nella scuola media, Loescher, Torino, 1980; La comunicazione e gli usi della lingua, Loescher, Torino, 1984; E. Andreoni Fontecedro, Il modello Tesnière - Sabatini e la sua applicazione al latino, in «Atene & Roma» 31, 1997, pp. 81-88; Progetto sequenziale per l'insegnamento della morfologia e della sintassi latina nel biennio secondo il modello Tesnière - Sabatini, in «Aufidus» 5, 1988, pp. 83-99.

• A. Martinet, La considerazione funzionale del linguaggio, trad. it. Il Mulino, Bologna, 1984; Elementi di linguistica generale, trad. it. Laterza, Bari, 1987.

Per il funzionalismo di Martinet, A. Ghiselli, Grammatica moderna della lingua latina, Laterza, Bari, 1987; Nuove metodologie didattiche per l'apprendimento delle strutture morfosintattiche fondamentali del latino, in I. Lana, Il latino nella scuola secondaria, La Scuola, Brescia, 1990, pp. 55-74; Il nuovo libro di latino, Laterza, Bari, 1995.

• N. Chomsky, Le strutture della sintassi, trad. it. Laterza, Bari, 1970; Aspetti della teoria della sintassi, in Saggi linguistici II, Boringhieri, Torino, 1970.

Per la grammatica generativo-trasformazionale, cfr. G. Calboli, La linguistica moderna e il latino. I casi, Pàtron, Bologna, 1975; R. Oniga, I composti nominali latini. Una morfologia generativa, Pàtron, Bologna, 1988; Grammatica generativa e insegnamento del latino, in «Aufidus» 14, 1991, pp. 83-108. Importanti considerazioni anche in A. Traina, La sintassi latina e la linguistica moderna: I. La grammatica storica, in «Scuola e didattica» 9 (3), 1963, pp. 132-134; La sintassi latina e la linguistica moderna: II. La grammatica psicologica e l'esegesi, in «Scuola e didattica» 9 (5), 1963, pp. 245-247; La sintassi latina e la linguistica moderna: III. Lo strutturalismo, in «Scuola e didattica» 9 (7), 1964, pp. 361-363; più recentemente G. Garbugino, Analisi logica, linguistica moderna e didattica del latino, in «Bollettino di Studi latini», 25, 1995, pp. 585-603;Latino ed educazione linguistica, United Press, Padova, 1995.

• Studi di carattere generale sui problemi della didattica del Latino: S. Rocca, Avviamento alla didattica del latino, Bozzi, Genova, 1979; N. Flocchini, Insegnare latino, La Nuova Italia, Firenze, 1999; A. Giordano Rampioni, Manuale per l’insegnamento del latino nella scuola del 2000. Dalla didattica alla didassi, Patron Editore, Bologna 19992.

• Per la Didattica Breve, cfr. F. Ciampolini, La didattica breve, Il Mulino, Bologna, 1993.

Per le sue applicazioni al latino: F. Piazzi (a cura di), La didattica breve del latino, Cappelli, Bologna, 1993.
fonte: http://www.loescher.it/mediaclassica/latino/sperimentazione/insegnareLatino.pdf

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